Tuesday, September 28, 2010

Vincenzo Lancia



Vincenzo Lancia was born in the small village of Fobello on August 24, 1881, close to Turin. He was the youngest of four children (one sister and two brothers), his father being a soup canner who made his money in Argentina before returning to Turin to start his business. From an early age, Vincenzo showed a gift with numbers, and it was intended for him to become a bookkeeper, but developed an interest in machinery and engineering, and was fascinated with the new motor car.
He eventually became an apprentice with Giovanni Battista Ceirano, a bicycle importer in Turin, and he was named bookkeeper in the company's brochure in 1898. He was also developing his skills at engineering, design and construction, and developed patience, perseverance and determination. Soon he could tackle most problems single-handedly.
Once Lancia was sent to help Count Carlo Biscaretti di Ruffia, who owned a Benz. When they met in February 1899 they quickly became friends. He was to become important in Lancia's later career, and was credited with the design of the now familiar Lancia logo (1911). Lancia, however, was now chief inspector at Fiat, and was also test driver, although only 19. His driving impressed the Fiat bosses, and he was invited to drive their cars in races, and his first success was in 1900, in Fiat's second race. Lancia led the first lap of first French Grand Prix at Le Mans with a time of 53 minutes 42 seconds. He was an exceptionally fast driver, often fastest of all, but often suffered a mechanical failure.
His first car was built in 1907 - the 12 hp Alfa, which included a lot of the technology now taken for granted, and he produced groundbreaking models such as the Lambda and the Aprilia. He died from a heart attack on February 15, 1937 just before the Aprilia was put into full production. He was 55 years old, and he lies buried at Fobello. His wife Adele Miglietti Lancia, and their son Gianni Lancia continued the management of the car manufacturer (1937–1955).

Nato in un piccolo paese della Valsesia, quarto ed ultimo figlio di una famiglia agiata in cui il padre è imprenditore nel settore dell'industria alimentare, venne indirizzato dalla famiglia agli studi in giurisprudenza. L'attività scolastica del giovane Censin non fu però brillante, visto che l'allievo non si impegnava come era auspicato dai genitori. Venne invece preso giovanissimo dalla passione per i motori, riuscendo a strappare al padre l'autorizzazione di lavorare come ragioniere - ed indirettamente - come meccanico presso l'officina di Torino di Giovanni Battista Ceirano che produceva dapprima biciclette dal nome anglofono Welleyes ed in un secondo tempo realizza il prototipo di una automobile con lo stesso marchio (1899). L'autovettura suscita un notevole entusiasmo alla presentazione e, al fine di produrla su scala industriale, viene fondata la Fiat che acquisterà la piccola officina di Ceirano, assorbendone il lay-out e le maestranze.
In questo modo, a soli 18 anni, Vincenzo Lancia intreccia il suo destino con la più grande azienda torinese di autoveicoli. Dopo un primo periodo da collaudatore, Lancia riesce a dimostrare un'attitudine alle corse ed inizia a correre per l'azienda nelle corse locali, cogliendo anche il primo successo della storia Fiat nella Torino Sassi-Superga del 1902. Il giovane Lancia fece parte anche della squadra corse di Angelo Mosca, imprenditore tessile biellese appassionato di automobili, uno dei primissimi nella sua città a possederne qualcuna. Una fotografia esposta al museo dell'automobile a Torino li ritrae nel giardino di Villa Mosca a biella, ad una esposizione delle proprie vetture.
Il suo carattere di guida è irruente ed incappa spesso in piccoli incidenti dovuti alla troppa esuberanza, pertanto diventa più famoso, nel mondo delle corse, per dei record su un singolo giro della gara che per le vittorie conseguite. La sua carriera automobilistica proseguirà, sempre su vetture Fiat, fino al 1908, cioè per 2 anni ancora dopo la fondazione della sua casa automobilistica, la Lancia.
Le cronache raccontano che il suo carattere, nel mondo del lavoro, sia di un uomo molto meticoloso ed esigente; nel privato è esattamente l'opposto; si dimostra una persona gioviale, amante delle mangiate in buona compagnia e della musica, in particolare di Richard Wagner.
Nel 1906, come detto, riesce a coronare un suo sogno, quello di avere una azienda sua e, con la collaborazione dell'amico e collega della Fiat, Claudio Fogolin, fonda, a Torino, l'industria che ancora oggi porta il suo nome.

Nello sviluppo della Lancia mette tutte le sue energie, le sue conoscenze e le sue intuizioni, non ultimo sfruttando anche le sue capacità di collaudatore maturate negli anni precedenti. Per questa sua attività rinuncia in parte anche alla sua vita privata, sposandosi solamente nel 1922 con Adele Miglietti, sua segretaria; negli anni successivi ebbe con lei 3 figli: Anna Maria, Gianni ed Eleonora.
Lancia rimase sempre legato anche al mondo delle corse, dando anche pieno appoggio alla costruzione dell' Autodromo Nazionale Monza, pista famosissima in tutto il mondo e che ancora oggi ospita, tra gli altri, il Gran Premio d'Italia di Formula 1, di cui Vincenzo pose la prima pietra nel 1922.
Morì nel 1937, a 55 anni, vittima di un attacco improvviso di cuore. Tre anni dopo la morte gli venne intitolato il rifugio omonimo sul Pasubio.

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