Wednesday, September 29, 2010

Ettore Bugatti

Ettore Arco Isidoro Bugatti (15 September 1881, Milan – 21 August 1947, Paris) was an Italian automobile designer and manufacturer.
Ettore came from a notably artistic family with its roots in Milan. He was the elder son of Teresa Lorioli and her husband Carlo Bugatti (1856–1940), an important Art Nouveau furniture and jewelry designer. His younger brother was a renowned animal sculptor, Rembrandt Bugatti (1884–1916), his aunt, Luigia Bugatti, was the wife of the painter Giovanni Segantini, and his paternal grandfather, Giovanni Luigi Bugatti, was an architect and sculptor.
Before founding his Bugatti automobile company, Ettore designed a number of engines and vehicles for others. Prinetti & Stucchi produced his 1898 Type 1. From 1902 through 1904, Dietrich built his Type 3/4 and Type 5/6/7 under the Dietrich-Bugatti marque. In 1907, Bugatti went to work for the Deutz Gasmotoren Fabrik, designing the Type 8/9.
On his own time, Bugatti developed the Type 2 (in 1900 and 1901), and the 1903 Type 5. While at Deutz, Bugatti built his Type 10 in the basement of his home. In 1913, Bugatti designed a small car for Peugeot, the Type 19 "Bébé".
Although he was born in Italy, Bugatti set up his eponymous automobile company in Molsheim in the Alsace region,for the numerous models produced over the next three decades. The company was known for the advanced engineering in its premium road cars and its success in early Grand Prix motor racing, a Bugatti winning the first Monaco Grand Prix.

While displaced from his home in Alsace by World War 1 Bugatti designed aero engines, notably the somewhat baroque 16-cylinder U-16, although this was never built in large numbers was installed in very few aircraft.[1].[2] Between the wars Ettore Bugatti also designed a successful motorized railcar, the Autorail, and an airplane, though this never flew. His son, Jean Bugatti, was killed on 11 August 1939 at the age of 30, while testing a Type 57 tank-bodied race car near the Molsheim factory. After that, the company's fortunes began to decline. World War II ruined the factory in Molsheim, and the company lost control of the property. During the war, Bugatti planned a new factory at Levallois in Paris and designed a series of new cars.
To modern sensibilities, Bugatti's concept of customer relations was somewhat eccentric. To a Bugatti owner who complained that his car was hard to start on cold mornings, he is said to have retorted, "Sir! If you can afford a Type 35, you can surely afford a heated garage!"[3]
Ettore Bugatti was buried in the Bugatti family plot at the municipal cemetery in Dorlisheim near Molsheim in the Bas-Rhin département of the Alsace region of France.



Ettore Arco Isidoro Bugatti (Milano, 15 settembre 1881Neuilly-sur-Seine, 21 agosto 1947) è stato un imprenditore italiano, fondatore della casa automobilistica Bugatti.


Proviene da una famiglia di artisti; è il figlio più grande di Teresa Lorioli e Carlo Bugatti (18561940), un importante designer di mobili e gioielli in stile Art Nouveau, nonché inventore della bici da corsa. Suo fratello, Rembrandt Bugatti, morto suicida a solo 31 anni, è stato un importante scultore, (18841916), sua zia, Luigia Bugatti, era moglie del pittore Giovanni Segantini,e suo nonno paterno, Giovanni Luigi Bugatti, era scultore e architetto.
Dopo aver fondato la sua compagnia di automobili, Ettore ha disegnato alcuni modelli per altre aziende. Prinetti & Stucchi ha prodotto nel 1898 la Type 1. Ha anche sviluppato la Bugatti Tipo 2 (tra il 1900 e il 1901), un prototipo presentato a Milano. Dal 1902 fino al 1904, Dietrich ha fabbricato la Bugatti Tipo 3 e 4 e le Tipo 5, 6 e 7 sotto il marchio Dietrich-Bugatti. Nel 1907, Bugatti ha lavorato per la Deutz AG (Tipo 8 e 9).
Mentre si trovava alla Deutz, Bugatti ha costruito la Bugatti Tipo 10. Nel 1913 ha disegnato una piccola macchina per la Peugeot, la Peugeot Bébé.
Nonostante fosse nato in Italia, l'azienda Bugatti da lui fondata si trovava a Molsheim in Alsazia, regione che ora appartiene alla Francia.
Ettore Bugatti era contemporaneamente conservatore ed innovatore tecnico dell'azienda. Conservatore perché molti suoi modelli mantennero invariate molte soluzione tecniche nel corso degli anni, per esempio la Tipo 13, rimasta in produzione a lungo o il mitico motore da 3.3 litri che avrebbe equipaggiato un gran numero di modelli durante gli anni trenta. Innovatore per altre soluzione tecniche all'epoca poco o niente utilizzate, come la distribuzione plurivalvole, che da una parte diede maggior notorietà alla Bugatti, e dall'altra si impose essa stessa all'attenzione di tutti come nuova soluzione tecnica in alternativa alle classiche distribuzioni a due valvole per cilindro.
La compagnia è anche conosciuta per i numerosi successi nei Gran Premi di automobilismo, specie grazie al modello Type 35; è stata una Bugatti a vincere il primo Gran Premio di Monaco.

Nella seconda metà degli anni venti, Ettore Bugatti lavorò ad una mastodontica vettura di gran lusso, il cui obiettivo era quello di surclassare le già assai prestigiose Rolls-Royce e Maybach. Il risultato fu la Bugatti Royale, (chiamata anche Bugatti Gold per le numerose parti in oro del prototipo) una delle più grandi e lussuose auto di sempre, che entrò nella leggenda nonostante si fosse rivelata alla fine dei conti tutt'altro che un buon affare (infatti vennero vendute solo 3 delle 6 unità prodotte).
Ettore Bugatti ha anche disegnato un vagone ferroviario di cui alcune parti tecniche derivarono dalla Bugatti Royale la cui linea ebbe molto successo, l'Autorail, e un aeroplano, sebbene quest'ultimo non si sia mai alzato da terra.
Il rapido declino di Bugatti iniziò con la morte del figlio, Jean, rimasto ucciso l'11 agosto 1939, all'età di 30 anni, mentre collaudava la Bugatti Tipo 57 nei pressi della fabbrica. Durante la Seconda guerra mondiale la famiglia perse il controllo dell'azienda. Infatti, dopo l'occupazione tedesca della Francia, nel 1941, la fabbrica di Molsheim su sequestrata e messa a disposizione dell'esercito tedesco. A Bugatti non rimase che cedere volontariamente l'azienda per evitare la vendita giudiziaria all'asta. Ne ricavò 150 milioni di franchi; circa la metà di quanto era stimata. Proprio a causa di questa vendita forzata, al termine del conflitto, fu processato per collaborazionismo e gli vennero confiscati i beni personali, in seguito alla condanna. Bugatti venne assolto al processo d'appello, nel 1947, poco dopo la sua morte, avvenuta all'ospedale americano di Neuilly-sur-Seine.

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